In piazza per Zaki

«Cari tutti, voglio rassicurare la mia famiglia, i miei amici e la mia fidanzata che sono in buona salute. Vorrei congratularmi con i miei colleghi all’università per la loro laurea. Auguro loro buona fortuna per quello che faranno in futuro. Riportatemi in Piazza Maggiore. Grazie alla città, all’università e alle bandiere gialle». Le bandiere gialle sono quelle di Amnesty International che ha ascoltato l’appello di Patrick George Zaki, lo studente e ricercatore egiziano dell’università di Bologna. Zaki si trova dall’8 febbraio 2020 in detenzione preventiva nella prigione della capitale egiziana con l’accusa di propaganda sovversiva, incitamento alla protesta e istigazione a crimini terroristici, a causa di dieci post pubblicati su Facebook, che la difesa ha dimostrato fossero dei falsi. Dopo torture e continui rinvii, le prime udienze del processo a Mansura, in Egitto, sono durate poco e rinviate ancora una volta al 28 settembre.

Così lunedì 27 settembre, alla vigilia dell’udienza, alle ore 18,30, Amnesty ritorna in Piazza Maggiore a Bologna «per chiedere a gran voce la sua liberazione a un giorno dalla sentenza che ne deciderà la sorte». «Vogliamo tornare in piazza insieme all’università, al Comune, alle associazioni, alle cittadine e ai cittadini bolognesi», scrive Amnesty, «che non hanno mai smesso di chiedere a gran voce libertà per Patrick Zaki. Per mostrargli ancora una volta che Bologna è con lui e lo sarà sino alla fine di questo calvario».

Patrick rischia fino a 25 anni di carcere. Lunedì Amnesty International chiederà nuovamente al governo italiano di «concedere subito la cittadinanza italiana a Patrick e fare tutto ciò che è nei suoi poteri per fare pressione sull’Egitto affinché venga rilasciato quanto prima». E le mobilitazioni in difesa dello studente continueranno con l’arrivo della Walking for Zaki, la marcia partita da Rezzato, in provincia di Brescia, che farà tappa sabato 2 ottobre nella città di Patrick, sempre in Piazza Maggiore, per poi proseguire fino a Roma. Un cammino di 1.500.000 passi per chiedere al governo italiano di procedere con il riconoscimento della cittadinanza italiana allo studente egiziano. 

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