Lo sport si “scongela”

Pandemia permettendo, tornano le emozioni in campo e sugli spalti. A cominciare dagli Europei di calcio e dalle Olimpiadi di Tokyo, che si chiamano ancora 2020, come se la vita riprendesse da dove era stata sospesa.

Se tutto va come si spera (premessa d’obbligo con il mondo appeso alle “montagne russe” della curva pandemica), l’estate del 2021 sarà quella dello “scongelamento”: gli eventi sportivi rinviati un anno fa, a cominciare dagli Europei di calcio e dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 (si chiamano ancora così), usciranno dal freezer e proveranno a mettersi in moto, con le restrizioni e le emozioni del caso. Spettatori contingentati per la sfida calcistica europea (sempre che nel frattempo i capricci del virus non inducano le autorità a un giro di vite). Spettatori in bilico in Giappone, dove la curva dei contagi ha iniziato a crescere in primavera, rischiando di costringerci ai primi Giochi a porte chiuse della storia. Bene che vada, comunque, niente stranieri. Tutto in aria, dunque, di queste Olimpiadi sappiamo poco o nulla. Salvo una cosa. Le chiusure pandemiche non hanno ammesso per compensazione deroghe all’articolo 50 della Carta olimpica, che recita: «Nessun tipo di manifestazione o propaganda politica, religiosa o razziale è consentita». Non vedremo nella capitale nipponica atleti genuflettersi durante gli inni nazionali, come vediamo fare ai campioni delle leghe professionistiche americane, secondo un costume inaugurato nel 2016 da Colin Kaepernick, il quarterback dei San Francisco 49ers, per denunciare la violenza della polizia statunitense verso gli afro-americani ed esprimere solidarietà al movimento Black lives matter.  Il gesto è stato replicato anche nel calcio europeo: il 9 dicembre 2020 i giocatori del Paris Saint-Germain e del Basaksehir si sono inginocchiati prima dell’inizio della partita, durante l’inno della Champions league, mentre sul tabellone compariva uno dei motti della competizione, No racism – Respect.

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Elisa Chiari

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