La chiamata di Benedetto XVI

Settant’anni fa il Papa emerito veniva ordinato sacerdote. Un lungo percorso che dalla Baviera lo ha condotto a Roma, fino al soglio di Pietro. E che è stato sempre illuminato dalla fede, dall’amore per Cristo e per il Vangelo.

Il 29 giugno 1951 Benedetto XVI veniva ordinato sacerdote nella cattedrale di Frisinga, in Germania. In quel duomo in cui, alcuni decenni dopo, nel 1977, diventò arcivescovo per volontà di san Paolo VI, che lo nominò anche cardinale. Un traguardo, quello dei 70 anni di sacerdozio, che Ratzinger festeggia proprio in questo 2021 in cui, il 16 aprile scorso, ha spento 94 candeline sulla torta e dopo oltre otto anni dalle dimissioni. Anche i suoi più stretti collaboratori, l’11 febbraio 2013, quando il Pontefice annunciò ai cardinali riuniti in concistoro che avrebbe lasciato il soglio di Pietro alla fine di quello stesso mese, pensavano che non sarebbe vissuto così a lungo. E, invece, nel monastero Mater Ecclesiae all’interno dei Giardini vaticani, dove risiede, Ratzinger è rinato, non più schiacciato dal peso di un pontificato divenuto insopportabile a motivo dell’età, pur convivendo con gli inevitabili acciacchi di un uomo che ha quasi un secolo di vita. «In una delle tante belle pagine che lei dedica al sacerdozio», gli ha ricordato papa Francesco commemorando il suo 65° anniversario dell’ordinazione presbiterale, «sottolinea come, nell’ora della chiamata definitiva di Simone, Gesù, guardandolo, in fondo gli chiede una cosa sola: “Mi ami?”. Quanto è bello e vero questo! Perché è qui, lei ci dice, in quel “mi ami?”, che il Signore fonda il pascere, perché solo se c’è l’amore per il Signore lui può pascere attraverso di noi: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo”. È questa la nota che domina una vita intera spesa nel servizio sacerdotale e nello studio della teologia, che lei non a caso ha definito come “la ricerca dell’amato”. È questo che lei ha sempre testimoniato e testimonia ancora oggi: che l’elemento decisivo nelle nostre giornate, di sole o di pioggia, quello con il quale viene anche tutto il resto, è che il Signore sia veramente presente, che lo desideriamo, che interiormente siamo vicini a lui, che lo amiamo, che davvero crediamo profondamente in lui e credendo lo amiamo veramente.

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Francesco Antonio Grana

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