Il buon latte che fa bene anche all’ambiente

«Non sempre il pubblico è sinonimo di inefficienza». Ne è un esempio la Centrale del latte, un’eccellenza non solo bresciana, ma nazionale. «Si tratta», spiega il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, «dell’ultima società italiana a controllo comunale di trasformazione e commercializzazione del latte. Molti Comuni hanno ceduto le loro quote ai privati, noi abbiamo continuato a crederci e a trarne benefici».

Un’azienda all’avanguardia, attenta ai temi della sostenibilità ambientale. Il nuovo impianto di cogenerazione, di un sistema, cioè, che permette di produrre vapore e di garantire un’efficienza termo-elettrica a bassi costi di esercizio e manutenzione, avrà anche emissioni di  Co2 (anidride carbonica) ridotte al minimo. Un impianto, che sarà inaugurato a breve, costato due milioni e che promette di ripagrasi da solo in tre annni.

Intanto, sul fronte dei costi, i bilanci danno ragione alla dirigenza. Pur in un periodo di grande difficoltà dovuta alla pandemia, l’azienda diretta da Andrea Bartolozzi ha chiuso il 2020 con il profitto più alto di sempre: ricavi per 68,4 milioni di euro e un utile netto di 3,3 milioni di euro. «I risultati dello scorso anno», ha spiegato il direttore, «nonostante il covid sono buoni e questo è dovuto soprattutto ai prodotti di “completamento di gamma”, cioè il burro, la mozzarella, le uova, che si sono rivelati determinanti. È una grande soddisfazione per noi anche il fatto che non abbiamo mai interrotto le forniture di latte, nemmeno nel periodo più duro del lockdown. Inoltre abbiamo continuato i lavori di ampliamento e incrementato gli investimenti: pochi giorni fa abbiamo inaugurato il nuovo serbatoio per il latte crudo».

«È stato un anno difficilissimo», ha aggiunto il presidente, Franco Dusina. «Il Covid e la situazione di alcuni supermercati di cui eravamo fornitori primari ci hanno toccato pesantemente, ma siamo riusciti a superare le criticità. E abbiamo anche continuato a sostenere lo sport e il mondo della solidarietà».

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