Progetto Abaco, per favorire la comunicazione

Marzo è il mese in cui si ricorda il problema di chi non riesce a sentire. Più precisamente è il 3 marzo il giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’udito e dell’orecchio. Le difficoltà uditive sono molto più diffuse di quanto si possa immaginare, in Italia nascono ogni anno circa mille bambini con problemi di sordità di diversa gravità, che potrebbero sviluppare nel corso della loro vita ostacoli relazionali e di integrazione. La sordità infatti è una disabilità complessa perché oltre a limitare la persona sotto l’aspetto fisico-sensoriale, se non adeguatamente supportata genera un impedimento di tipo socioculturale che modifica la qualità della vita della persona sorda a discapito dell’inclusione sociale.

La regione Friuli Venezia Giulia con l’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi (Ens) e  l’Irccs Burlo Garofolo di Trieste ha messo in campo il progetto “Abaco”, premiato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nato per permettere alle persone sorde o ipoacustiche di interagire meglio con il mondo e partecipare attivamente alla vita sociale.  La prima fase del progetto condotta dall’Audiologia del “Burlo Garofolo”, dalla clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università degli Studi di Perugia, e dall’associazione “Fiadda Umbria Onlus”, si concentra sull’età scolare: con un sistema tecnologico facilitante si favorirà l’accesso alle lezioni orali, tenendo presente la tipologia di comunicazione preferenziale dei diversi bambini e ragazzi. «Bisogna considerare che i bambini con difficoltà uditive», spiega la dott.ssa Eva Orzan, direttore dell’Audiologia del Burlo, «non sono tutti uguali nelle loro capacità di ascolto, ma presentano esigenze specifiche che vanno sostenute: per alcuni sarà sufficiente eliminare il rumore di fondo della classe per sentire e ascoltare bene con un apparecchio acustico o un impianto cocleare; molti beneficiano della sottotitolazione o integrano la comprensione del messaggio parlato attraverso lettura delle labbra; altri ancora comunicano con la lingua dei segni italiana (Lis)». 

La seconda fase è affidata all’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens) del Friuli Venezia Giulia ed è dedicato alle persone sorde che comunicano anche in lingua dei segni. In questa parte del progetto verrà organizzato uno sportello sociale per creare un sostegno capillare alla comunità sorda e udente, punto di riferimento e di supporto per utenti che necessitano di servizi volti allo svolgimento di prassi di vita quotidiana. Sarà inoltre predisposto un servizio di interpretariato e video-interpretariato in Lis.

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