Il vaccino, sfida per la famiglia umana
Iniziate lo scorso 27 dicembre, le vaccinazioni contro il covid proseguono senza sosta. E sono sia un diritto a cui tutti devono avere accesso, sia un dovere nei confronti di chi è più fragile e malato.
«Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta». Una frase messa nero su bianco dal poeta libanese Khalil Gibran circa un secolo fa, ma che potrebbe essere scritta ai giorni nostri. In questo tempo segnato dal dolore, dalla morte, dalle perdite e dalle mancanze, dalle solitudini, dalle ferite del corpo e dell’anima. Un tempo nel quale si è finalmente accesa una luce. Come un balsamo che lenisce, una speranza che consola. La svolta nella lotta al covid è avvenuta, in Italia e in tutta Europa, il 27 dicembre scorso, il giorno di inizio delle vaccinazioni, ribattezzato Vax day. Un miracolo reso possibile dai progressi della scienza e dalla dedizione di tanti ricercatori che hanno lavorato per rendere disponibile, nel minor tempo possibile, il preparato. Nel nostro Paese i primi a ricevere il vaccino sono stati alcuni operatori dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Tra loro, l’infermiera Claudia Alivernini, che con commozione ha esortato: «Vacciniamoci per noi, per i nostri cari e per la comunità».
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Paola Arosio