Le lezioni della pandemia

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Nel libro Mentre la tempesta colpiva forte, lo psicoterapeuta Alberto Pellai descrive chi eravamo durante l’emergenza e chi siamo diventati dopo. Per non dimenticare, ma per rielaborare e apprendere.

Immaginate un albero. Un albero dalle radici forti e dal tronco possente. Immaginate ora di fotografare quell’albero speciale nel quale tutti sentono di essere accolti come rami in crescita o essere protetti da una pioggia improvvisa. Immaginate, infine, di guardare con gratitudine a quella foto e di metterla in un album importante, di quelli che si sfogliano spesso, a distanza di tempo, per cogliere particolari, ricordare episodi, rendersi conto del percorso compiuto. Nel tempo dell’emergenza sanitaria questo albero è stato la famiglia. O almeno così l’ha vista Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, autore di numerosi libri, marito e padre di quattro figli. Una foto che è diventata un libro, Mentre la tempesta colpiva forte, uscito lo scorso settembre per i tipi di De Agostini. «Quando è cominciato il lockdown, sulla mia pagina Facebook ho iniziato a postare, ogni giorno, alcune riflessioni educative che poi hanno avuto un ampio seguito, come se fossero diventate un’esperienza di auto-aiuto tra genitori», racconta l’esperto. Poi una telefonata della casa editrice e questa esperienza di interazione e confronto è finita sulle pagine. «L’idea, nata un po’ per caso, è stata proprio quella di fotografare chi eravamo durante l’emergenza e chi siamo diventati dopo», spiega Pellai, «per non dimenticare, ma rielaborare e apprendere: due processi che in psicoterapia permettono a un paziente di fare tesoro anche delle esperienze più difficili. È diventato un modo per lavorare sul concetto di resilienza familiare».

Il seguito sulla rivista

Luisa Pozzar

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