Scuola, si riparte

È stata chiusa per tre mesi, con gli esami in mascherina, ma a settembre i portoni dei 57 mila istituti scolastici italiani dovrebbero riaprire. Prima per gli studenti che devono colmare le insufficienze, dal 14 per tutti gli altri. I problemi sono enormi, dall’edilizia al digitale, fino alla sicurezza, ma quella che stiamo vivendo è anche una fase di grande trasformazione. Una possibilità di innovazione straordinaria per l’Italia. Non solo sui banchi o nelle aule universitarie, ma ovunque. Con la consapevolezza che è proprio da istruzione e formazione che passeranno le possibilità di sviluppo per un Paese poche volte così colpito duramente nella sua storia.
«A settembre si torna a scuola in presenza e in sicurezza». È stata questa la promessa fatta all’inizio dell’estate dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina illustrando le linee guida per la ripresa dell’anno scolastico. Vedremo fra pochi giorni se sarà davvero così, e per quanto. Non vogliamo fare gli uccelli del malaugurio, ma sappiamo che, più che dalla ministra, la permanenza in classe dipenderà dalla diffusione del covid. L’estate è quasi conclusa, i drammatici mesi di marzo e aprile sono lontani, ma l’ultimo periodo ha mostrato che il virus circola ancora e che l’attenzione deve restare alta. Per la scuola l’anno trascorso è stato drammatico. Peggio di così non poteva andare: possiamo misurare il Pil ma non sappiamo quantificare, perché non è possibile, i disastri di un mezzo anno scolastico andato a ciclo ridotto. Fa bene il ministro, e con lei per una volta anche i sindacati e gli addetti ai lavori, ad affermare con orgoglio che la scuola ha dato prova di resilienza e di capacità di risposta addirittura inattese. In pochi giorni migliaia di insegnanti e di studenti sono riusciti a inventarsi classi virtuali ma, sarebbe miope non riconoscerlo, la scuola a distanza non è per tutti e non è per tutte le età. In tanti sono rimasti indietro, in tanti non hanno avuto la possibilità di seguire le lezioni (uno su otto, dicono i numeri). Tutti, bravi e meno bravi, hanno bisogno di una scuola che non sia solo trasmissione di saperi, ma anche e soprattutto generazione di consapevolezza, socialità, cittadinanza. Tutte cose che solo una scuola in presenza può dare.
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Thomas Bendinelli