Il pianeta che speriamo

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Il 1° settembre si celebra la Giornata per la custodia del creato. Quest’anno è forte la chiamata a cambiare stile di vita, a prenderci cura di un mondo in cui tutto è connesso, a instaurare un rapporto rispettoso con la natura e con tutti gli esseri viventi.

Sobrietà, giustizia, pietà. La Giornata per la custodia del creato, che si celebra ogni anno il 1° settembre, quest’anno si basa su tre parole tanto miti quanto potenti. Inviti che sembrano calarsi perfettamente nel solco di quanto vissuto nei mesi passati durante la pandemia che ha spezzato tante vite umane e ha messo sottosopra l’esistenza di molte persone, provando a offrire le basi per un nuovo stile di vita, che ogni donna e ogni uomo sono sempre più urgentemente chiamati a realizzare. Nuovi stili di vita che passano dalle scelte quotidiane e dall’ascolto di quanto la natura, proprio in questi mesi di chiusura in casa, ha potuto dire con forza, ma senza urlare, quasi liberata da un bavaglio opprimente. «Sono emerse tante contraddizioni nel nostro modo di concepire la vita e le speranze del futuro», scrivono i vescovi italiani nel loro messaggio per la giornata, «si è visto un sistema socio-economico segnato dall’inequità e dallo scarto, in cui troppo facilmente i più fragili si trovano più indifesi […] ma l’emergenza sanitaria ha anche messo in luce una capacità di reazione forte della popolazione, una disponibilità a collaborare. Abbiamo capito che solo operando assieme – anche cambiando in profondità gli stili di vita – possiamo venirne a capo».

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Luisa Pozzar

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