Io, italiano tra gli italiani

In occasione del 2 giugno, festa della Repubblica, ricordiamo l’impegno di medici, infermieri e operatori sanitari contro il covid. Ma anche l’importanza fondamentale della nostra Costituzione. Con le parole di un paziente che ce l’ha fatta.

Il covid-19 ci accompagnerà ancora. Un nemico e una paura che ci porteremo dentro anche nei prossimi mesi e fino a quando la comunità scientifica non troverà una cura e un vaccino. Una esperienza tremenda per chi l’ha vissuta, come chi vi scrive, che questa volta, anziché raccontare di fatti e avvenimenti di terzi, ha deciso di raccontare il suo coronavirus. Invadente e devastante, un ospite non invitato che si è posizionato ovunque nel corpo. Polmoni, testa, sistema vascolare e con un tentativo anche su reni e cuore. Con l’aiuto di Dio, e con quello dei medici, però, nel mio caso, è stato il virus ad avere la peggio. Sono consapevole, e me ne dispiace tanto, che tanti altri, invece, non ce l’hanno fatta. Decine di migliaia, solo in Italia e di tutte le età, sottratti ai loro affetti più cari e senza neanche la possibilità di un ultimo saluto. Resteranno indelebili le immagini dei camion carichi di feretri destinati ai forni crematori. Una cruda e triste realtà che mai avremmo pensato di vivere nel terzo millennio. Anch’io, in alcuni momenti, ho pensato di non farcela.

Il seguito sulla rivista

Antonio Dell’Anna

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