I giorni del dolore e della solidarietà

Agf

Ci resteranno le lacrime e la gratitudine. Di questi giorni bui in cui ci siamo ritrovati all’improvviso chiusi in casa, mentre attorno era una corsa contro il tempo per salvare vite umane e arginare il più possibile l’espandersi dell’epidemia, dai primi epicentri al resto dell’Italia. Ne parleranno i libri di Storia. E racconteranno di quella sera che l’Italia intera, ciascuno solo ma unito a tutti gli altri, ha visto sfilare in tv i carri dell’esercito che portavano via da Bergamo le bare da cremare. Un nodo in gola, gli occhi lucidi e una commozione che ha scosso tutto lo Stivale. Erano i morti di Bergano, ma erano i morti che tutta l’Italia ha sentito suoi, mentre li seguiva, d’un tratto ammutolita, nel loro ultimo percorso su questa Terra. Le macchine della polizia rendevano omaggio al loro passaggio ai caselli autostradali. E altri sindaci li accoglievano nei loro Comuni dando con generosità aiuto alla loro “sorella” lombarda. Racconterà, la Storia, di quei carabinieri che, quasi un mese dopo, girando Regione per Regione, forno per forno, hanno poi recuperato quelle oltre 500 urne con le ceneri delle prime vittime, per riportarle tutte in città. Riconsegnate alle famiglie, dopo la benedizione del vescovo Francesco Beschi e gli onori del sindaco Giorgio Gori.

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Annachiara Valle

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