San Giorgio, cultura e rose
Ci vorrebbe un san Giorgio in questi mesi di emergenza, che sconfigge il drago delle nostre paure. Proprio lui che è invocato contro la peste, la sifilide e, in genere, le malattie contagiose sembra il santo cui, forse, affidarsi di più per ritrovare il coraggio di fare i conti con le proprie debolezze. Anche quando lo spettro del Coronavirus, per il quale si cerca ancora il vaccino, spegne, a Barcellona, una delle feste più amate dalla popolazione catalana. Quella del 23 aprile quando, festeggiando appunto San Jordi, patrono della Regione, le vie si affollano di migliaia di persone. Le ramblas riecheggiano di versi e si colorano di rose. Nel giorno scelto dall’Unesco come Giornata internazionale del libro e del diritto d’autore, la città spagnola ospita presentazioni e festival. Ed è usanza che le donne ricevano rose e gli uomini romanzi e saggi. Un “rito” che viene da lontano. La storia del santo, tra realtà e leggenda, narra di una conversione, di tante persecuzioni, morte e rinascite.
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di Antonio Dell’Anna