Francisco Goya, il primo dei moderni

Non soltanto pittore geniale, ma anche incisore e disegnatore, Francisco Goya ha segnato il tramonto di un’arte che per secoli ha descritto soprattutto la bellezza del Creato, la luce del cielo che promette l’estasi divina. Nato nel 1746 in un piccolo paese spagnolo vicino a Saragozza, l’artista cominciò giovanissimo gli studi di pittore e viaggiò poi in Italia, soprattutto a Roma, per imparare dai grandi del Settecento. A Madrid ebbe presto successo con l’aristocrazia e nel 1799 diventò primo pittore di corte. I suoi capolavori di allora, come Bambini che giocano alla corrida e La primavera, esprimevano gioia. Ma poi lo colpì una grave malattia: diventò sordo e la sua pittura non fu più la stessa. Già nel 1797 realizzò la più inquietante delle sue incisioni: Il sonno della ragione genera mostri. Nel 1808 l’esercito di Napoleone invase la Spagna, con orrori e persecuzioni. Emblema di quel periodo artistico sono La fucilazione del 3 maggio 1808, capolavoro famoso, e la figura di un gigantesco Colosso, simbolo del potere. Il mondo sereno che Goya aveva sognato e dipinto si trasformò in un incubo. Sconfitti i francesi, nel 1814 il re Ferdinando di Borbone tornò nella capitale spagnola, ma Goya cambiò le ragioni stesse della sua arte.

Il seguito sulla rivista.

di Tina Lepri

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