Siamo tutti esseri umani

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C’è ancora bisogno di una Giornata internazionale delle persone con disabilità per ricordare che a ciascuno devono essere garantiti uguali diritti e opportunità. Per fortuna c’è chi si impegna.

Tutti devono poter superare una rampa di scale, accedere a uno sportello pubblico, salire su un ascensore. Per ricordare questo, da 42 anni il mondo celebra, il 3 dicembre, la Giornata internazionale delle persone con disabilità. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, che l’ha proposta nel 1981, ha pensato così di sensibilizzare l’opinione pubblica su inclusione e difesa dei diritti dei cittadini portatori di handicap. Da allora sono stati compiuti molti passi avanti, a piccole dosi, certo, ma con tante conquiste. Nel 2006, per esempio, è stata siglata la Convenzione dell’Onu per i diritti delle persone con disabilità, che difende la loro qualità di vita e garantisce il rispetto dei principi di uguaglianza e di partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale. 
Pure in Europa e in Italia sono stati conseguiti numerosi progressi. Sono state annullate quasi ovunque, nel nostro Paese, le barriere architettoniche. Anche se, purtroppo, persistono quelle mentali. Che fanno vedere, nell’uomo o nella donna che abbiamo di fronte, solo limitazioni e non potenzialità. Eppure, nella maggior parte dei casi, si tratta di persone piene di vita che, nonostante la disabilità, sopraggiunta o congenita, guardano alle innumerevoli opportunità che il futuro ha ancora da offrire. La prima cosa che la gente vede è la malattia, ma la disabilità non è solo questo e non chiede pietà o commiserazione. Cercare di costruire un mondo in cui i disabili siano messi nelle condizioni di avere le stesse opportunità degli altri, compatibilmente con il proprio stato, è una sfida ancora da vincere. 
«La disabilità è un tema di nicchia, non sufficientemente trattato nell’agenda politica», sostiene l’europarlamentare Chiara Gemma, componente del Gruppo per la disabilità, che in più occasioni, con i suoi emendamenti e le sue interrogazioni, ha sollecitato il Parlamento di Strasburgo a essere più incisivo su questi argomenti. Lei, la prima ad aver aperto i suoi uffici per consentire alle persone con disabilità di svolgere i tirocini formativi, è fortemente convinta che tutti devono avere uguali opportunità per poter esprimere al meglio la propria personalità. E sensibili sono anche molte amministrazioni locali, più vicine al cittadino, e la società civile che, con i suoi volontari, spesso si sostituisce alle istituzioni. L’attenzione cresce soprattutto in questo mese di dicembre, in cui ricorrono la Giornata delle persone con disabilità e l’anniversario dell’adozione della Convenzione dei diritti delle persone con disabilità e della Dichiarazione universale dei diritti umani. Abbondano interventi e parole. La più inflazionata è «inclusione», anche se, spesso, non c’è corrispondenza nelle azioni concrete.

Il seguito sulla rivista.

di Antonio Dell’Anna

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