Cambiare si può

AGF

Giovanni Caccamo ha realizzato l’installazione Il muro del cambiamento, che a novembre sarà esposto in Vaticano. Un’opera in continuo mutamento sulla quale vengono proiettate le parole di rinnovamento proposte dai giovani.

Il cambiamento? È possibile. Soprattutto se si dà la parola ai giovani, ai loro sogni e alle loro aspirazioni. Persino alle loro paure. E ce ne sono tante di parole su quello che Giovanni Caccamo, artista siciliano, ha chiamato, appunto, Il muro del cambiamento. Una installazione itinerante, esposta anche al Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Maxxi) di Roma, sulla quale le parole vengono proiettate immediatamente digitandole sul sito www.murodelcambiamento.it. Dopo aver fatto tappa a Vicenza, Torino, Firenze, Rimini, Napoli, l’opera terminerà la corsa ai Musei Vaticani, in novembre. Il cantautore, scoperto da Franco Battiato, ha ideato l’opera luminosa e l’ha accesa in concomitanza con l’uscita, per la Treccani, del suo libro Il manifesto del cambiamento. Una parola ripetuta quasi ossessivamente, ancora e ancora e ancora. E sulla quale il cantante ha chiesto a migliaia di giovani di confrontarsi. Per cercare, nelle loro esperienze e nei loro desideri, il termine che più potesse contribuire ad attuarlo. Cambiamento come evoluzione di vita, come futuro da condividere, come dialogo tra le culture. A migliaia sono arrivate le testimonianze e le parole. Tra queste, Caccamo ne ha scelte sessanta che sono state raccolte nel volume. C’è la storia di Remon Karam, che ha segnalato la parola «accoglienza». Lui che, a 14 anni, è arrivato dall’Egitto su un barcone ed è stato sostenuto da una coppia che, senza alcun vincolo di adozione, lo ha considerato come un figlio fino a fargli raggiungere la laurea.

Il seguito sulla rivista.

di Andrea Di Valore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *