La Pentecoste tra processioni e riti

Dal Trentino Alto Adige all’Umbria, fino alla Sicilia. Tante le celebrazioni che si svolgono nelle varie regioni italiane. Ve le raccontiamo, per viaggiare anche solo con la fantasia.

Il profumo dei prati in fiore, il sole che inizia a riscaldare le giornate, i campi di grano. E, per i cristiani, lo Spirito Santo come protagonista. La Pentecoste è, con la Pasqua, una delle solennità più importanti dell’anno liturgico. Una festa per l’Europa cristiana, che celebra la discesa dello Spirito su Maria e sugli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo. 
Gli ebrei la chiamavano Festa della mietitura e dei primi frutti. Si celebrava, infatti, dopo cinquanta giorni dalla Pasqua ebraica (in greco Pentecoste significa cinquantesimo giorno) e segnava l’inizio della mietitura del grano. Era chiamata anche Festa delle settimane, perché ricorreva sette settimane dopo la Pasqua. Durante la Pentecoste gli ebrei ringraziavano Dio per i frutti della terra e ricordavano la promulgazione della legge mosaica sul Monte Sinai. 
Anche i cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. Alla fine del IV secolo, la Pentecoste era una festa solenne, durante la quale veniva conferito il battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale. Ancora oggi, in tante parrocchie, il battesimo viene celebrato proprio il giorno di Pentecoste. 
Una festa liturgica, certo, ma anche una festa di popolo, in cui le famiglie si riuniscono a tavola, celebrando in modo laico una tradizione rispettata.
La Pentecoste non è un episodio della storia della salvezza cristiana, è piuttosto il giorno in cui la Chiesa fa festa per il dono dello Spirito, promesso da Gesù ai suoi discepoli. 
Nel nostro Paese fede e religiosità popolare si fondono alla perfezione, dando vita a diversi modi di festeggiare e vivere la Pentecoste. Tante le celebrazioni che ancora oggi sono vive nei territori e che avevano e hanno ancora il compito di ricordare la discesa dello Spirito sulla Chiesa di Dio dopo la resurrezione di Cristo. 
«È dunque Cristo il personaggio principale della Pentecoste», scrive l’esperta di arte religiosa Micaela Soranzo nel sito www.lapartebuona.it,  «e anche negli Atti degli apostoli (Atti 2,33) si deduce che la luce che investe gli apostoli è emanata dal Risorto; tuttavia, nelle rappresentazioni della Pentecoste il Figlio di Dio non compare mai. I raggi o le lingue di fuoco generalmente provengono da una colomba, simbolo dello Spirito Santo, e talvolta assumono la forma di nastri o funi che si fermano su ciascun apostolo; raramente la colomba è sostituita dalla mano di Dio. […] È sempre presente, dunque, lo Spirito, che può anche essere rappresentato come una ruota fiammeggiante attorno alla quale si raggruppano gli apostoli». Un’iconografia particolare, dunque. Forte, con colori accesi. Che riempie l’animo di chi ammira l’opera. Da questa iconografia nasce la tradizione, presso le chiese, di far cadere dei petali di rosa, la cosiddetta Pasqua rosata. In Italia si chiama anche Pasqua rossa, per il colore dei paramenti sacri usati dai sacerdoti nella funzione liturgica.

Il seguito sulla rivista.

di Gianni di Santo

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