Silenzio e Quaresima

Il Papa spesso ricorda che «con il diavolo non si dialoga». E allora, in questo tempo di Quaresima, l’invito è a fare un po’ di silenzio. Per evitare le tentazioni che ci avvelenano l’anima.
E a volte non ne possiamo proprio più. Di spiegare mille e mille volte le nostre ragioni, di cercare un punto di incontro, di evitare certe parole che potrebbero essere fraintese, di astenerci da comportamenti che potrebbero irritare qualcuno. E salgono ansia e impotenza soprattutto in questi tempi che sembrano più aggressivi che mai, in cui ciascuno pensa di aver sempre e comunque ragione e di avere il diritto di esprimere il proprio pensiero su tutto, dalla ricerca scientifica allo schema di gioco di una partita di calcio a una ricetta in cucina.
Lo so, il dialogo è, insieme, una sfida e una necessità. Ma è anche, davvero, sempre la cosa giusta? Me lo chiedo quando il tempo scorre tra battibecchi e persone che, più che ascoltarsi, si parlano addosso, più che cercare insieme di procedere nell’apprendimento e nella conoscenza si sbarrano a vicenda il cammino, più che sentire le ragioni dell’altro ripetono slogan su slogan per tacitare l’interlocutore.
Il seguito sulla rivista.
di Annachiara Valle