Milite ignoto: “Soldato senza nome e senza storia, Egli è la storia”

«Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle cruenti battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria». Questa la motivazione della medaglia d’oro concessa al Milite ignoto, che cent’anni fa, il 4 novembre 1921, arrivò da Aquileia e Roma, in un viaggio di una settimana tra due ali di folla in silenzio.

Ma chi era il Milite ignoto? Seguendo l’esempio di altre nazioni, come la Francia e l’Inghilterra, anche l’Italia sentì il bisogno di elaborare il lutto della carneficina avvenuta durante la prima guerra mondiale. Il corpo del Milite ignoto venne scelto tra undici feretri di soldati senza nome dalla gradiscana Maria Bergamas nella basilica di Aquileia. Maria Bergamas, in rappresentanza di tutte le madri che avevano perso un figlio nella Grande guerra, venne chiamata a scegliere tra undici bare la salma del figlio Antonio, morto e disperso nel 1916 sull’Altipiano di Asiago.

La salma venne poi trasportata via ferrovia a Roma: fu una specie di funerale collettivo, con migliaia di persone che si riversarono lungo il percorso sui binari, per salutare il Milite ignoto con fiori, preghiere, scialli. Venne tumulato nell’Altare della Patria, costruito dall’architetto Sacconi in marmo bianco di Botticino, estratto dalle cave dei comuni bresciani di Botticino e Rezzato. Il Milite diventò così il simbolo del dolore di tutte le madri che non avevano più potuto abbracciare il loro figlio e delle migliaia di soldati che avevano perso la vita in guerra.

In occasione del centenario del Milite ignoto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato in Friuli. Il Capo dello Stato ha deposto ad Aquileia una corona di alloro in omaggio ai soldati caduti in guerra e a Maria Bergamas.

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