Una luce che illumina il buio
Si può parlare di gioia in tempi segnati dalla pandemia, dai femminicidi e dalla schiavitù, dalle disuguaglianze e dalle guerre per il profitto? Di fronte a questa situazione drammatica, la Resurrezione è un messaggio di speranza. Che ci dice che dobbiamo risorgere con Cristo. Perché cambiare è possibile, per tutti.
«Contento come una Pasqua». Questa espressione, oggi forse meno usata, rende bene il senso della Pasqua per la propria vita. Se la Pasqua è resurrezione, vita, gioia, speranza, pace, luce che sconfigge anche il buio della morte, allora davvero c’è da essere contenti. Ce lo ricorda spesso anche papa Francesco, come ha detto nell’Angelus del 13 dicembre 2020: «La gioia cristiana. E qual è il motivo di questa gioia? Che il Signore è vicino. Più il Signore è vicino a noi, più siamo nella gioia […]. Una volta un filosofo diceva una cosa più o meno così: “Io non capisco come si può credere oggi, perché coloro che dicono di credere hanno una faccia da veglia funebre. Non danno testimonianza della gioia della risurrezione di Gesù Cristo”. Tanti cristiani con quella faccia, sì, faccia da veglia funebre, faccia di tristezza… Ma Cristo è risorto! Cristo ti ama! E tu non hai gioia?». Ma come si fa a parlare di gioia in questi tempi segnati dal covid? Come si può parlare di Resurrezione in questo anno di gravissima pandemia mondiale? È ancora il Papa che ci invita a riflettere, in quella memorabile sera del 27 marzo 2020: «Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego sempre preoccupati della propria immagine. Ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli». «Avidi di guadagno», continua, «ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato». Si tratta allora di riscoprire davvero il senso di una Pasqua come rinascita, resurrezione. Partendo dal Cristo risorto, da quella tomba vuota e dall’annuncio delle donne.
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don Renato Sacco