L’arte celebra la Pasqua

Gli artisti di tutti i tempi hanno raccontato, attraverso le loro opere, la Risurrezione di Gesù. Preludio e promessa di salvezza per tutta l’umanità.

La Resurrezione, il tema della Pasqua, resta colma di mistero ed emozioni nei capolavori d’arte di ogni tempo. Nel corso dei secoli ha affascinato i più grandi pittori: Giotto, Piero della Francesca, Beato Angelico, Raffaello, Michelangelo, Mantegna, Tiziano, Tintoretto, Rubens e centinaia di altri fino ai nostri giorni. Maestri che hanno accettato la sfida, insieme artistica e spirituale, di immergersi nei più profondi recessi dell’animo umano. Migliaia le immagini che hanno tentato di rendere visibile quell’avvenimento miracoloso che, per i cristiani, dà senso al mondo e alla vita. La Resurrezione avviene senza testimoni: al mistero si addicono solo silenzio e stupore. Nell’arte bizantina (VIII-IX secolo), l’evento è associato anche alla discesa di Gesù nelle profondità della terra per riportare alla luce tutti gli uomini, anche quelli che non lo hanno conosciuto, e per restituire loro la dignità di figli di Dio. Con Giotto, nel 1303, avviene la svolta: una rappresentazione naturalistica dell’avvenimento che dominerà poi la pittura del Rinascimento e oltre. Nell’affresco della cappella degli Scrovegni, a Padova, il pittore raffigura la Resurrezione attraverso due soggetti correlati: il sepolcro scoperchiato e le guardie addormentate. È il momento in cui Gesù dice a Maria Maddalena nel primo incontro dopo essere risorto: «Noli me tangere», cioè «non toccarmi», perché non appartengo più al mondo materiale. Nelle opere sulla Resurrezione gli artisti esprimono amore e passione, simboli e segreti, sentimenti in cui si cela, o si rivela grazie alla potenza dell’arte, il senso della vita. I capolavori dei grandi maestri tracciano una nuova via.

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Tina Lepri

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