Le città per le persone

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Daniela Ciaffi, docente al Politecnico di Torino, ha appena pubblicato un libro che esamina lo sviluppo dei centri urbani in relazione alla qualità del vivere quotidiano.

Le città e le persone. Le forme architettoniche e quelle dell’anima. Spazi che uniscono e che dividono. Lo sviluppo dei centri urbani influisce sulla qualità delle relazioni e della vita quotidiana. Ce ne siamo resi conto anche in questi mesi in cui le strade si sono svuotate e poi affollate e ancora svuotate. In cui abbiamo fatto i conti con il nostro respiro e con quello dei palazzi, dei monumenti, degli spazi della nostra socialità. Temi su cui riflette da anni, con il Laboratorio per la sussidiarietà (Labsus), di cui è vicepresidente, Daniela Ciaffi, professoressa associata di Sociologia urbana al Politecnico di Torino. E che, con Silvia Crivello e Alfredo Mela, ha da poco pubblicato Le città contemporanee. Prospettive sociologiche (Carocci, 2020).

La situazione così difficile generata dalla pandemia può rappresentare una “stagione fertile” per rigenerare le nostre città?

«Certamente sì. Mi sembra che molte persone stiano ripensando la loro umanità proprio a partire dall’uso delle risorse comuni e, quindi, le città diventano veramente laboratori interessanti di nuovi comportamenti. Per esempio, si può introdurre una riflessione sullo spazio, che di solito è molto sfruttato. Oppure sul verde, sui giardini, sui parchi, che in questo periodo risultano poco utilizzati. Proprio l’osservazione delle ”densità d’uso” induce a ripensare i comportamenti nella quotidianità».

Il seguito sulla rivista

Vittorio Sammarco

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