Innamorati anche a distanza

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In tutto il mondo il 14 febbraio si celebra la festa degli innamorati, ispirata dalle leggende legate al primo vescovo di Terni, Valentino. In questa data molti fidanzati si recano nella basilica della città umbra per chiedere la benedizione del santo, affinché il loro amore duri per sempre. «Emerge un bisogno che va oltre la cultura dell’effimero, del commerciale, della convenienza», commentava qualche anno fa l’allora vescovo della diocesi, e oggi presidente della Pontificia accademia per la vita, monsignor Vincenzo Paglia. «Non siamo delle macchine con le ruote che si consumano. Il cuore non si consuma, batte finché vive». Quest’anno, a causa del covid, il tradizionale pellegrinaggio non si farà. Ma i valori e gli ideali restano quelli di sempre, anche se filtrati da  mascherina, un po’ di distanza in più e qualche abbraccio in meno. «Il virus, il nemico invisibile», ha scritto lo psicologo  Massimo Recalcati, «ha cambiato molte cose nelle nostre vite. Anche la grammatica della nostra affettività, il rapporto con il corpo». Un’immagine significativa della trasformazione è quella del murales realizzato a Milano dallo street artist TvBoy: nell’opera i due amanti protagonisti del celebre Bacio di Francesco Hayez si baciano protetti dalle mascherine e stringendo nelle mani due flaconi di amuchina. Un inno all’amore che esiste e che resiste, anche ai tempi della pandemia.

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Lucilla Perrini

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