Compassione

«Compassione» è una parola importante.

Patire con (origine latina del termine) gli altri, provare emozioni con (origine greca) gli altri è ciò che ci salva da noi stessi, dalle nostre chiusure e rende la vita interessante, bella e davvero vissuta. Non si tratta qui di provare pena o pietà «per» qualcuno più fragile, se non addirittura inferiore a noi. Ma di sentirsi ed essere «con» qualcuno, perché quel qualcuno è come noi e noi siamo come lui. Possiamo «riconoscere» i suoi sentimenti, belli o brutti, perché li conosciamo già, perché sono anche i nostri; così come le difficoltà, le risorse, le cadute, o il trionfare della vita. Qualche giorno fa, un po’ di cattivo umore, aspettavo di fare una visita medica in ospedale. Ero tutta presa dalle mie cose, dai miei pensieri e un po’ mi infastidiva il chiacchiericcio che veniva da un gruppetto di donne relativamente vicine a me (mantenevamo la distanza dovuta alla prevenzione della diffusione del contagio). Dopo un poco quel rumore di fondo è diventato parole, poi storie, poi vicende, poi problemi seri, poi persone. Le ho sentite vicine, mi sono preoccupata per loro, mi sono unita alle loro speranze. Mi sono sentita coinvolta nei loro gravi problemi, sapendo di non poter fare nulla per risolverli, ma avvertendoli anche miei. Perché la verità è che il destino di uno è il destino di tutti, nessuno  è davvero altro da noi, e stiamo bene solo se nessuno ci è estraneo.

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Agnese Moro

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