Regione che vai piatti che trovi

Getty Images

Ripercorriamo le ricche tradizioni culinarie della nostra Penisola, dalla gubana friulana ai mustazzoli siciliani, dai vincisgrassi marchigiani al baccalà pugliese.

Diciamo la verità. Per una volta tanto, a Natale, i grandi chef stellati si nascondono nei loro ristoranti e fanno posto a una memoria ancestrale persa nella notte dei tempi che mette insieme cucina povera e famiglia. Forse non ci sono più le massaie di una volta. Quelle nonne e quelle mamme che passavano giorni e giorni a rovistare tra i mercati per scegliere “la pezza” migliore per preparare il Natale familiare. Ore e ore a stendere con il mattarello. Ecco perché in Italia il Natale è un inno alla famiglia, alla tradizione, rigorosamente distinto in vigilia (la sera del 24 dicembre) e pranzo del 25. Ogni banchetto casalingo è il migliore che ci sia, anche perché in ogni regione vengono tramandati per via orale i segreti di una cucina che ammalia, come una vecchia fattucchiera, i commensali. Al bando ricette scritte e dosi in grammi. Qui regnano  l’occhio, la memoria, il tatto, l’olfatto, quel sentire l’impasto tra le mani e creare da quell’impasto una forma nuova di vita: il pane, la pizza, le torte salate, i dolci.

Il seguito sulla rivista

Gianni Di Santo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *