L’inchino di Dio all’umanità fragile

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Anche quest’anno, in un tempo difficile, carico di sofferenza e dolore, Dio si farà uno di noi. Come lo stiamo aspettando? Con quali speranze e desideri?

Quest’anno le consuete polemiche su presepe sì o presepe no non ci sono state. In compenso, si sono fatte largo le accuse di un’espropriazione del Natale. Si dice: «Ci hanno portato via tutto: il lavoro, la socialità, il gioco, la scuola, le amicizie, il teatro, le gite, i centri commerciali, la sanità, i cenoni, le vacanze, ora volete pure rubarci il Natale?». Il soggetto predatorio è indeterminato e indeterminabile.  Bene, vi do una notizia, una buona notizia, non una bufala, il Natale ci sarà, Dio si farà uno di noi, l’Emmanuele nascerà e abiterà nelle e fra le nostre case. Non esiste alcun Dpcm o alcuna delibera regionale o comunale che possa impedire a Dio di amarci e donarsi a noi. In verità non esiste alcun Dpcm o delibera regionale o comunale che possa impedirci di amare, di generare e accogliere la vita, di condividere l’esistenza, di compartecipare alla costruzione di un mondo nuovo come ci ha insegnato Gesù nel suo Vangelo.

Il seguito sulla rivista

 don Fabio Corazzina

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