Il cimitero, luogo della memoria

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Novembre è il mese in cui ricordiamo i nostri cari defunti.

Quest’anno con una pena in più nel cuore: sono tanti i vuoti tra le nostre file e ancora di più tra quelle dei nostri “grandi vecchi”, quegli anziani genitori di cui noi, figli ormai ultrasessantenni, ci prendiamo cura. Un’immagine continua a tornarci alla mente: quella del corteo di camion carichi di feretri che partivano da Bergamo nei giorni terribili in cui infuriava l’epidemia, portando via le salme di chi, vinto dal coronavirus, non poteva trovare nella propria terra le cure che spettano a chi ci ha lasciato. Un’immagine che accentua la malinconia che sempre ci assale in questo periodo: giorni di crisantemi, di visite ai cimiteri, di incontri con parenti che la vita ha portato lontano, ma che sono legati dal filo della memoria. Un’immagine che ci fa sentire più che mai la nostra fragilità, che è diventata quasi il simbolo di come sia cambiato, in brevissimo tempo, non solo il nostro modo di vivere, ma la nostra stessa visione del mondo e del futuro.

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Annalisa Pomilio

www.noinonni.it

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