Ritorno

Nella nostra vita collettiva degli ultimi decenni settembre è, per eccellenza, il mese del ritorno. A scuola, soprattutto. Ma poi anche al lavoro e a casa dopo le vacanze. Ha un po’ il senso di un inizio.

Quest’anno non so se le cose saranno proprio così. Tutto sembra provvisorio, fragile. E, per la verità, anche molto incerto. Sicuramente diverso dal solito. Sì, la parola giusta è proprio questa, la ripeto, «diverso». Lo sarà a causa delle prescrizioni che accompagnano per ora la nostra socialità e che seguiteranno a stare nelle nostre vite, penso, ancora per molto, molto tempo. Il vaccino tanto agognato coprirà – a quanto si dice oggi – una parte minoritaria della popolazione mondiale. Finché non potrà raggiungere tutti saremo sempre esposti. Ma penso che dovremo confrontarci anche con altri tipi di diversità. Una di queste, la più importante, viene a spasso con noi anche quando siamo senza mascherina. Sarà un ritorno diverso perché noi siamo diversi da prima. Ci vorrà certamente tempo per capire quanto e in che modo, ma credo che ognuno di noi senta in profondità di non essere esattamente la persona che era. Non è come nel cartone Disney de La bella addormentata in cui gli abitanti del castello, una volta rotto il cattivo incantesimo, riprendono da dove erano rimasti, ignari di ciò che è loro accaduto e senza brutti ricordi.

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Agnese Moro

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