Migranti da non dimenticare

Il mare continua a inghiottire chi tenta la traversata per scappare dai campi di detenzione dove violenze e torture non si fermano.

È sceso il silenzio su quel mare dove persone disperate, in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle violenze hanno cercato salvezza, imbarcandosi su gommoni inaffidabili. Mentre l’Italia combatteva la sua guerra contro il coronavirus, migliaia di persone in un flusso ininterrotto hanno tentato di raggiungere le nostre coste. Molti sono naufragati, altri sono stati riportati dalla guardia costiera libica nei centri di detenzione nei quali avevano sostato in attesa di raggiungere l’Europa. Tanti sono scomparsi in un Paese dilaniato da una guerra senza fine. L’arrivo del covid-19 con le sue drammatiche emergenze, con i tanti morti che hanno listato a lutto le famiglie italiane, con l’onda di dolore che ha sommerso l’Italia, ha cancellato una realtà che, invece, ha continuato a esistere in tutta la sua sconfinata sofferenza. L’assenza delle imbarcazioni delle ong, che non hanno più fornito dati e informazioni, ha contribuito a rendere invisibili i protagonisti di questa immane tragedia.

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Mariapia Bonanate

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