Due città un unico flagello

Il giornalista Massimo Tedeschi ha scritto un libro per raccontare l’epidemia a Bergamo e a Brescia, le zone più colpite dal covid-19. E per ricordare, nel nome dei tanti morti, di non abbassare la guardia.

Non dimenticheremo facilmente le immagini del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al cimitero di Bergamo. Il capo dello Stato è volato in Lombardia per rendere omaggio alle vittime del covid-19 e per ascoltare il Requiem eseguito dall’orchestra e dal coro del Donizetti Opera Festival. «Qui a Bergamo, questa sera, c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto. E che, volendo riprendere appieno i ritmi della vita, sa di non poter dimenticare quanto è avvenuto», ha detto, proprio nei primi giorni d’estate. «La mia partecipazione», ha spiegato Mattarella, «vuole testimoniare la vicinanza della Repubblica ai cittadini di questa terra così duramente colpita. Bergamo, oggi, rappresenta l’intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e uomini uccisi da una malattia ancora in larga parte sconosciuta e che continua a minacciare il mondo, dopo averlo costretto, improvvisamente, a fermarsi o, comunque, a rallentare le sue attività». Non bisogna perdere la memoria, nella fretta di tornare alla vita di prima. La memoria dei morti, la memoria di medici, infermieri, operatori sanitari esausti per cercare di salvare quante più vite possibile. La memoria di quei camion che portavano altrove le bare dei defunti. La memoria del dolore.

Il seguito sulla rivista

Antonio Dell’Anna

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