La scuola in ospedale

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Insegnanti specializzati che, anziché nelle aule, entrano in corsia per fare lezione ai bambini malati. Portando loro un sorriso e un po’ di conforto. Un’iniziativa da conoscere e da sostenere.

Settant’anni portati benissimo, competenza e cuore accogliente. Queste, in sintesi, le qualità della Scuola in ospedale, un’istituzione che è nata in Italia intorno agli anni Cinquanta e di cui forse non molti conoscono l’esistenza. Partita, all’inizio, come servizio non strutturato e sporadico, grazie all’impegno di singoli insegnanti e di volontari, nel corso degli anni è cresciuta ed è diventata uno dei cardini della scuola pubblica, con un portale dedicato (www.scuolainospedale.miur.gov.it). È proprio su questo sito che si trovano i numeri, di tutto rispetto, dell’iniziativa, che conta oltre 61 mila studenti, più di 66 mila ore di lezione, quasi 1.400 progetti, 870 docenti e 214 reparti ospedalieri. Qui vengono anche raccontate le storie di tanti piccoli pazienti e di chi, con dedizione e generosità, si prodiga ogni giorno per loro. Come la maestra Roberta Gasperini, che, contattando la Walt Disney, è riuscita a far recapitare a Stella, una bambina ricoverata in rianimazione all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste, un dvd realizzato apposta per lei con il film Frozen 2. Piccoli desideri che si avverano, piccoli miracoli che alleviano la sofferenza di tanti bimbi costretti in un letto, tra le mura spoglie e asettiche di una stanza ospedaliera.

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Luisa Pozzar

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