Le donne annunciano la Salvezza

Ogni anno, a Pasqua, rileggo sempre con profonda commozione, nel Vangelo di Giovanni, l’incontro fra Maria di Magdala e Gesù risorto. Maria piange dinanzi al Sepolcro vuoto. La raggiunge una voce: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» . Pensando che l’uomo che le ha rivolto questa domanda sia il custode del giardino, lei risponde: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù, allora, pronuncia con tenerezza, che rivela una struggente intimità, il nome della donna: «Maria!». Lei, folgorata, esclama con la stessa tenerezza: «Rabbunì», in ebraico «Maestro». E Lui, allora, le chiede di andare dai discepoli per dare la stupefacente buona notizia. È un colloquio che non solo sigilla il rapporto di amore, di rispetto, di profonda conoscenza reciproca fra Gesù e le donne, ma affida a loro l’annuncio più importante del cristianesimo: la Resurrezione.

Capovolge la storia in una terra dove le donne valevano meno dei capi di bestiame. Le riscatta da una condizione universale che non riconosceva loro alcun diritto, schiave dei loro mariti e padri-padroni.

Il seguito sulla rivista

di Mariapia Bonanate

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