Famiglie italiane a rischio estinzione

In occasione della Giornata nazionale della vita, che si celebra il 2 febbraio, Madre fa il punto sul fenomeno delle “culle vuote”. Una tendenza in continuo aumento, che rischia di minare il futuro del nostro Paese. Ecco perché è urgente invertire la rotta, anche grazie a programmi di sostegno.

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Nel 1978, pochi giorni prima dell’approvazione della legge 194 sull’aborto, l’allora Commissione famiglia della Conferenza episcopale italiana (Cei) istituì la Giornata nazionale per la vita, prevista il 2 febbraio di ogni anno. Un momento per riflettere su questo dono di Dio e ribadire la necessità di accoglierla, custodirla, proteggerla sempre. Eppure, stando agli ultimi dati dell’Istat, di nuovi nati non ce ne sono molti. Anzi, l’Italia è addirittura il Paese europeo che ne registra il numero più esiguo. Stiamo attraversando la crisi di natalità più grave di sempre, paragonabile soltanto a quella degli anni della Prima guerra mondiale e dell’epidemia di influenza spagnola del 1918-1920.

LAVORO E CARRIERA
Ciò che impressiona è che, come rileva una ricerca di Save the children, persino le straniere, una volta arrivate nel nostro Paese, smettono di fare figli. Il motivo: entrano nel mercato del lavoro e non trovano le giuste condizioni per una gravidanza. Una delle principali cause della denatalità è, infatti, proprio la mancanza di interventi di sostegno per le mamme che lavorano, come incentivi per gli asili, istituzione del congedo di paternità, orari più flessibili, che potrebbero permettere alle donne di coniugare meglio la vita lavorativa con quella familiare.

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di Mariangela Masino [email] 

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