Meraviglie vaticane

In agosto Roma è meno affollata. Potrebbe perciò essere questo il mese ideale per visitare con calma il complesso museale fondato da papa Giulio II. Un trionfo della bellezza e dell’arte, che è anche strumento di evangelizzazione.

Roma, in agosto, è quasi deserta. I romani sono in vacanza, i turisti vengono scoraggiati dall’afa. Per chi non conosce la capitale e i dintorni, questo mese può, dunque, essere il momento ideale per addentrarsi nei segreti artistici della città. Giardini, ville d’epoca, chiese storiche e basiliche che contengono al loro interno preziosi dipinti e sculture. Anche a causa della presenza del Papa, qui l’arte incontra l’umanità, la culla dell’umanesimo che guarda a Dio.
Un giro nella città eterna, alla larga dalla folla, non può che fare tappa ai Musei Vaticani. Un’occasione per visitarli con un po’ di calma, assaporandone tutto il fascino.
«Questi Musei vanno declinati al plurale perché sono un complesso di collezioni diverse e tutte straordinariamente importanti», scrive la direttrice Barbara Jatta sul sito www.museivaticani.va. «Egizie, etrusche, greche, romane, cristiane, per arrivare alla pittura dei diversi secoli e al grande Rinascimento di Raffaello e Michelangelo, rispettivamente autori delle Stanze e della Cappella Sistina. E poi ancora le arti decorative, le collezioni etnologiche, le raccolte storiche, le carrozze e le berline papali fino all’arte moderna e contemporanea».
La struttura museale è, dunque, più di un “semplice” museo. Perché qui la Storia, con la S maiuscola, si racconta al visitatore, che resta forse un po’ sbigottito di fronte a tanta bellezza.
Una bellezza che abbraccia milioni di turisti all’anno e dove ogni giorno operano circa mille persone, tra dipendenti e collaboratori.
Chiunque entri in questi Musei viene pervaso dall’impressione di trovarsi dentro una bellezza che conduce alla fede, veicolo privilegiato per la conoscenza, l’armonia, la spiritualità.
D’altronde è lo stesso papa Francesco a ricordarci, nel volume La mia idea di arte, a cura di Tiziana Lupi (Edizioni Musei Vaticani-Mondadori), che l’arte, oltre a essere una testimone credibile dello splendore del Creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Nella Chiesa esiste soprattutto per evangelizzare: attraverso la musica, l’architettura, la scultura, la pittura, è possibile spiegare, interpretare la rivelazione. «Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione. Così le cattedrali medievali: il catechismo era nelle sculture di pietra, la gente non sapeva leggere, ma osservava le sculture e imparava», ha scritto Bergoglio nel suo libro. «La Chiesa ha sempre usato l’arte per dimostrare la meraviglia della creazione di Dio e della dignità dell’uomo creato a sua immagine e somiglianza, così come il potere della morte, e la bellezza della risurrezione di Cristo che porta la rinascita in un mondo afflitto dal peccato. La bellezza ci unisce e, come ha detto anche san Giovanni Paolo II citando Dostoevskij, ci salverà».

Il seguito sulla rivista.

di Gianni Di Santo

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