Enea, le mamme e il fattore famiglia (che c’è già)

Getty Images

In questo mese, in cui ricorre la festa della mamma, il pensiero va alle tante che hanno avuto figli. Ma anche a chi li ha desiderati, senza riuscire a partorirli, a chi li ha persi, a chi quell’istinto proprio non lo ha, a chi li ha accompagnati a stare meglio in una famiglia diversa da quella biologica. Torna in mente Enea, accudito da sua madre fino all’ultimo istante in cui la donna lo ha poggiato nella culla della vita della Mangiagalli di Milano per affidarlo ad altre mani che potessero condurlo verso la felicità. Quante parole inutili e quanti giudizi su questo caso in un Paese che, sulla natalità, sta costruendo ideologie e steccati invece che soluzioni vere. Che sventola la bandiera delle scarse nascite per dividere la società fra buoni e cattivi. Per far sentire “sbagliato” chi, per destino o per scelta, non ha pargoli per casa.
Complessivamente, nel mondo, siamo oltre otto miliardi e continuiamo a crescere. Sono le società più povere quelle con il tasso di natalità più alto. Come a dire che non è il fattore economico quello che conta.

Il seguito sulla rivista.

di Annachiara Valle

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *