Auguri senza confini

Ci stiamo confrontando, in questo tempo di pandemia, con il senso del limite.

Quello nostro nei confronti di un virus che è arrivato, subdolo, a stravolgere le nostre vite, a portarci via qualche caro, a tenerci, in qualche modo, in ostaggio. Stiamo facendo i conti, e parlo anche di chi non ha vissuto finora il “faccia a faccia” con la Sars Cov2, con lo stravolgimento degli stili di vita. E con i confini. Quelli che ci proteggono, che ci definiscono, ma che, nello stesso tempo, sembrano sottrarci libertà e spensieratezza. Probabilmente non avevamo mai fatto caso, in passato, ai confini tra le regioni, tra le province, tra i comuni. In questo ultimo Natale, invece, abbiamo dovuto chiederci, ogni volta che ci spostavamo, se non avessimo oltrepassato la linea. Anche se per pochi giorni, abbiamo misurato i nostri passi e le nostre azioni. Per molti è stato insopportabile dover rinunciare a un pranzo, a una sciata, a un acquisto. Tanti hanno barattato il loro non rispetto delle regole con la morte di qualcun altro. L’Italia è prima in Europa per morti da covid, ma oltre 70 mila decessi non sembrano abbastanza a chi vuole fare sempre quello che gli pare.

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Annachiara Valle

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