La sofferenza, la rinascita e l’addio a Trebeschi

La memoria, la storia, l’avvocato. Cesare Trebeschi è andato via in sordina, il 10 aprile, nella clinica San Camillo dov’era ricoverato per problemi respiratori.

Ci sarebbe stata tutta Brescia – e forse di più – ai suoi funerali. Gli avrebbero reso omaggio, i suoi concittadini, per essere stato una delle “spine dorsali” più importanti della città. E ci sarebbe stata Madre, a ricordare sua mamma, Vittoria De Toni Trebeschi, che della rivista fu direttore responsabile dal 1948 al 1986. E per ringraziare lui, non solo per essere stato presidente della Società edizioni Madre, ma per non aver mai fatto mancare consigli, incoraggiamenti, battute di spirito. Scritti. Aveva accettato con slancio, quando la rivista ha celebrato i suoi 130 anni di vita, di mandare un suo contributo. «A me pare evidente», scriveva, «il crescere della posizione e funzione civile, propria della mamma, nella famiglia e nella società». E si chiedeva e ci chiedeva quale fosse, rispetto a questa funzione, il di più che una presenza mediatica come la nostra potesse ancora dare. Ci augurava di «saper sempre offrire adeguata e tempestiva risposta» alle attese delle donne di oggi, a capire, in modo materno e solidale, quale sia la chiave di lettura dei giorni nostri. E speriamo davvero, in questi tempi, di riuscire a dare, se non risposte, almeno vicinanza.

il seguito sulla rivista

Annachiara Valle

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