A Lisbona il museo del terremoto

Un’esperienza immersiva per rivivere il sisma che sconvolse la capitale portoghese nel 1755. E per imparare che, anche dopo una tragedia, è possibile ricominciare a vivere e a sperare.

Può un evento tragico e imprevedibile come un terremoto insegnarci qualcosa? Il Quake, museo di Lisbona unico nel suo genere, permette di immergersi in un avvenimento che ha segnato e cambiato la storia. Inaugurato nel 2022, si trova non lontano da alcuni dei luoghi turistici più iconici della città, come il Monastero dos Jerónimos, la Torre di Belém, il Monumento alle scoperte. Con una superficie di 1.800 metri quadrati suddivisa in dieci sale, presenta il devastante movimento tellurico che colpì la capitale portoghese il 1º novembre 1755.
Era la festa di Ognissanti, una giornata in cui tutte le chiese erano gremite di fedeli in preghiera. Poco prima delle 10 del mattino, la terra iniziò a tremare violentemente. In pochi minuti, la città fu squassata da uno dei sismi più violenti della storia europea, con una magnitudo stimata tra 8,5 e 9 della scala Richter. La capitale, un tempo splendida e prospera, fu trasformata in un cumulo di macerie fumanti. Ma il disastro non si fermò qui. Subito dopo la scossa principale, un enorme tsunami si abbatté sulla costa, spazzando via chiunque avesse cercato rifugio lungo le rive del fiume Tago. A completare l’opera di distruzione furono gli incendi, che divamparono in varie zone della città bruciando per giorni, fino a rendere il paesaggio urbano una vera apocalisse.
Un evento che non fu solo una catastrofe naturale, ma che ebbe ripercussioni profonde anche al di fuori dei confini nazionali, influenzando storici, teologi, intellettuali in tutta Europa. Tra questi, il filosofo francese Voltaire, che rimase così colpito dalla calamità da scrivere il celebre Poème sur le désastre de Lisbonne, mettendo in discussione la bontà di Dio e ponendo l’accento sulla presenza del male nel mondo. Il terremoto sollevò domande inquietanti che destabilizzarono la fede di molti, aprendo la strada a una visione più critica e laica della realtà.
Ecco, il Quake permette ai visitatori di comprendere a fondo questo impatto culturale. Attraverso ricostruzioni immersive e simulazioni realistiche, è possibile rivivere il momento in cui le case crollano, i cittadini vengono travolti dalle macerie e la terra sembra inghiottire ogni speranza. Si trema “in diretta”, sentendo sulla propria pelle la potenza distruttrice del sisma.

Il seguito sulla rivista.

di Roberto Ponti

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