C’erano una volta carrozze e binari
Piemonte, Sicilia, Molise, Abruzzo, Campania. In queste e altre regioni viaggiano i treni storici. Un’occasione per riscoprire, in modo originale, la nostra penisola, respirando la suggestiva atmosfera degli antichi convogli.
«Io la sera mi addormento / E qualche volta sogno / Perché so sognare / E mi sogno i tamburi / Della banda che passa / O che dovrà passare / Mi sogno la pioggia fredda e dritta sulle mani / I ragazzi della scuola che partono già domani / E mi sogno i sognatori che aspettano la primavera / O qualche altra primavera da aspettare ancora / Fra un bicchiere di neve e un caffè come si deve / Quest’inverno passerà». I treni a vapore, splendida canzone di Ivano Fossati, portata al grande successo di pubblico da Fiorella Mannoia, descrive bene ciò che si prova viaggiando sui binari. Fino al famoso finale del brano: «Se l’amore che avevo non sa più il mio nome / Come i treni a vapore / Come i treni a vapore / Di stazione in stazione / E di porta in porta / E di pioggia in pioggia / E di dolore in dolore / Il dolore passerà». E poi c’è Azzurro di Paolo Conte, canzone interpretata da Adriano Celentano: «Azzurro / il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me / Mi accorgo di non avere più risorse senza di te / E allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te / Ma il treno dei desideri, nei miei pensieri, all’incontrario va».
Si va sui treni per lavoro, per viaggio, per incontrare persone. E alcune volte si prende il treno per inventarsi una nuova vita e per immaginare nuove opportunità d’amore. O semplicemente per guardare fuori dal finestrino i luoghi di un’Italia senza tempo, lontana dai tour organizzati e dalle strade trafficate o ad alta velocità. Si percorrono binari lì chissà da quanto tempo, si viaggia leggeri e lenti. E ci si accorge, finalmente, che la nostra penisola è davvero bella e che la sua gente, quella che abita nei borghi dimenticati da Dio e dagli uomini, sa riservare al viaggiatore sana accoglienza, genuinità e calore familiare.
I treni storici delle Ferrovie dello Stato, da un po’ di tempo, grazie anche al lavoro della relativa Fondazione, stanno facendo rivivere alcune tratte messe in ombra dal successo dei percorsi su autostrade e in aereo. Ce ne sono decine, spesso sconosciute. Ma il viaggio vale la fatica del trovarle.
Per esempio, i treni storici in Sicilia. Questi ultimi mesi del 2024 sono caratterizzati da un ricco programma che, fino a dicembre, permetterà di raggiungere le località più spettacolari dell’isola. I dati sono incoraggianti: dal 2018 a oggi oltre 20 mila turisti hanno utilizzato questi treni per visitare borghi, siti culturali, luoghi d’arte siciliani, 7.400 solo nel 2023. Tra le destinazioni previste, Agrigento e il Parco archeologico della Valle dei Templi; Santo Stefano di Camastra e Caltagirone alla scoperta delle ceramiche; Siracusa e il centro storico dell’antica Ortigia; Castelvetrano e il maestoso Parco archeologico di Selinunte; la barocca Modica.
Il Pietrarsa Express, invece, è il treno storico che dal centro di Napoli porta al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa. A bordo delle carrozze Centoporte degli anni Trenta del secolo scorso, trainate da una locomotiva elettrica, i turisti avranno la possibilità di viaggiare indietro nel tempo, alla scoperta della storia delle ferrovie italiane, custodita all’interno dei padiglioni museali.
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di Gianni Di Santo