A passeggio nei boschi vetusti
«Portate un bambino nel bosco e lo renderete libero e felice. Portate un adulto nel bosco e ritroverà il bambino che è in lui. Camminando nel bosco sarete sorpresi di scoprire quanto i vostri sensi funzionino bene e quanto il verde degli alberi rilassi la vostra vista, il canto degli uccelli riposi il vostro udito, il profumo del sottobosco risvegli il vostro olfatto e il silenzio rassereni il vostro spirito», sostiene Alessandro Cerofolini, dirigente della Direzione nazionale delle foreste.
Ed è vero, entrare in un bosco significa accedere a un altro mondo, dove noi umani siamo ospiti di una natura capace di sorprenderci a ogni passo. Pochi sanno che il patrimonio forestale italiano è il più bello e il più ricco di biodiversità in Europa: in tutto 12 miliardi di alberi, pari al 36,7 per cento del territorio nazionale.
In questo ultimo mese estivo, possiamo approfittare delle temperature ancora miti per esplorare alcuni dei boschi più interessanti del Bel Paese, i vetusti. Sono classificati così quelli che non hanno subìto la presenza dell’uomo e quindi il loro ciclo naturale, dalla rinnovazione alla senescenza, è rimasto intatto. Ne sono stati censiti 166, dei quali 13 faggete, riconosciute dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità per la bellezza degli alberi, tra i più alti e i più vecchi del continente europeo. Il 50 per cento dei boschi vetusti si trova al Sud, il 30 per cento al Nord, il 15 al Centro e l’8 nelle isole. Molti meritano una visita.
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Di Lucilla Perrini